Nella frazione del Comune di Chiuro, a mezza costa sul versante retico, si trova la poderosa Torre medievale detta “di Roncisvalle”. Costruita probabilmente tra il XIV e il XV sec. per volere di Stefano Quadrio, a picco sulla ruscellosa Valfontana, svolse funzione difensiva, di controllo e segnalazione.
Si raggiunge con breve deviazione dalla strada panoramica Sondrio-Teglio, svoltando a Castionetto sulla carrozzabile per Dalico; sorge in una zona boscosa dove la vegetazione non nasconde agli occhi attenti tracce di muretti a secco, segno di vecchi terrazzamenti abbandonati. Il dosso, particolarmente ripido, viene detto in dialetto “Rusciavai”. Il toponimo evoca il leggendario luogo della rotta di Roncisvalle, nella Navarra Spagnola: interpretato dagli studiosi del secolo scorso come espressione di gusto letterario, in realtà compare già in antichi documenti del 1460, dove è designato come Ronzivallem. L’autorevole Cesare Segre riconduce il nome all’etimo “roscida valle”, valle umida, da “roscidare”, ma anche a “ronco” (vigneto in poggio, terreno disboscato), da “runcare”. Nel caso valtellinese, entrambi i significati sono coerenti con le evidenze del luogo.
Dopo un intelligente restauro, il monumento è stato restituito al pubblico, divenendo simbolo di identità e luogo della memoria, una meta ideale per passeggiare immersi nella natura e godere della magnifica vista sulla vallata sottostante, ricca di frutteti e vigneti, e sulle Orobie, con i castagneti e le splendide cime.
Negli ultimi anni, la torre ha ospitato manifestazioni qualificate: mostre a tema naturalistico ed etnografico, allestimenti d’arte e rappresentazioni; particolarmente suggestive quelle tratte dall’Orlando furioso, che ne hanno rafforzato la vocazione di luogo del racconto: il livello superiore dell’edificio ospita come allestimento permanente la scultura dell’ippogrifo realizzata dall’artista Raffaele Menonna, MERA, in occasione delle iniziative per i Cinquecento anni dalla prima edizione del poema.
Ippogrifo istoriato – Castionetto di Chiuro – Torre di Roncisvalle – Scultura 2016 Me.Ra.
Non stette il duca a ricercare il tutto;
che là non era asceso a quello effetto.
Da l’apostolo santo fu condutto
in un vallon fra due montagne istretto,
ove mirabilmente era ridutto
ciò che si perde o per nostro diffetto,
o per colpa di tempo o di Fortuna:
ciò che si perde qui, là si raguna.
(Orlando furioso, Canto XXXIV, 73)
Castionetto di Chiuro è una frazione di Chiuro, splendido borgo della Valtellina e culla della viticoltura valtellinese
Chiuro, a est di Sondrio sulla sponda retica delle Alpi, ospita infatti alcune delle principali case vinicole valtellinesi che ogni anno partecipano alla manifestazione Grappolo d’oro. Nei dieci giorni dedicati interamente ai vini rossi di Valtellina sono tanti gli eventi a tema organizzati. Il primo è la degustazione lungo le vie, nelle corti e nei palazzi del centro storico che conserva intatti l’impianto e il fascino medioevale.
Per la sua antica vocazione vinicola Chiuro è considerata la capitale enologica della Valtellina, con la più vasta area terrazzata d’Italia. Oggi si contraddistingue anche per la produzione lattiero-casearia e per una tradizione artigiana legata alla lavorazione del legno, del ferro e dei caratteristici tappeti: i pezzotti.
Tra le tracce del ricco passato che impreziosiscono l’abitato ci sono la chiesa della Madonna della Neve e S.Carlo, il palazzo fortificato di Stefano Quadrio, la chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Andrea e la casa di Maurizio Quadrio, patriota del Risorgimento.
Dal 1913 il sagrato della chiesa parrocchiale è dedicato a Cipriano Valorsa, pittore valtellinese che proprio in questo angolo di Chiuro realizzò numerose opere di pregio.
Per maggiori informazioni https://www.valtellina.it/it/sondrio-e-dintorni